L'Aquila e la Spada
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Il Comes Britanniarum Magno Clemente Massimo – protagonista di questo romanzo fu l’ultimo Governatore delle Britannie e uno degli “usurpatori” più temuti del tardo Impero. Ma mentre la storiografia romana ufficiale dell’epoca cercò di cancellarne le imprese, al contrario la tradizione orale dei Celti di Britannia lo elesse al ruolo di indimenticato eroe di più di una leggenda. Di lui, Macsen Wledig (la Guida), e della sua arma, la “Spada di Macsen” (che diverrà – secondo il mito – Excalibur), accompagnati dal suono cristallino delle arpe, i bardi avrebbero nostalgicamente cantato nei secoli a venire. Non a caso, egli è il solo non-nativo sul quale si incentri uno dei racconti contenuti nell’antico “Mabinogion”: l’unica traccia scritta della tradizione mitica britanno-celta. Ne “L’Aquila e la Spada”, leggeremo, perciò, di battaglie ed eroi - certo! - ma anche di druidi e fate dei boschi, di visioni e riti misterici, di sacrifici crudeli e stupefacenti metamorfosi… e dell’amore struggente fra il Comes romano Magno Massimo e la Principessa britanna Elain.
In questo romanzo, la Storia scritta e la Leggenda tramandata si intrecciano a creare un mondo epico e fatato in cui lo spiritualismo magico e sognatore dei Celti di Britannia si lega al realismo pragmatico e disincantato dei Romani. Scopriremo, così, come Roma – dopo quasi quattro secoli di dominazione - abbia lasciato in eredità alla Britannia qualcosa delle sue antichissime gloria e nobiltà. Qualcosa da cui – grazie a Magno Massimo - sarebbe nata, quasi un secolo dopo, la leggenda più grande e amata di tutte, quella del Rex quondam Rex futurusque, il Re in Eterno: Artù.
Il romanzo “L’Aquila e la Spada” e il suo seguito - già in fase di scrittura - traggono origine dal racconto “La Terza Aquila”, pubblicato nella raccolta “È sempre tempo di eroi” (1998), edita da “Il Cerchio - Iniziative Editoriali”. L’Autore ne ha sviluppato anche la sceneggiatura cinematografica che ha ottenuto un riconoscimento dalla Commissione Ministeriale competente. Il personaggio principale, il generale romano Magno Clemente Massimo, è una figura realmente esistita, così come la maggior parte dei contemporanei che leggiamo fargli da contorno: gli imperatori Giulio Valente e Flavio Graziano, il generale Teodosio il Giovane, il vescovo Ambrogio (futuro Santo e Patrono), l’arcidruido Taliesin, e così via. Nella narrazione, quindi, lo vedremo muoversi e agire in un contesto del tutto congruo al proprio tempo (la fine del IV Secolo d.C.) e nel rispetto di quanto gli storici ci riportano di lui, nonché della situazione politica, militare e dinastica negli Imperi Romani d’Occidente e d’Oriente. Magno Massimo non sfuggì a una spietata damnatio memoriae, ma “L’Aquila e la Spada” restituisce voce e gloria - come mai prima - a questo straordinario protagonista della storia di Roma e della Britannia.
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Premi letterari:
Il Premio Letterario Giuseppe Morselli IX° edizione 2016 per la narrativa è stato assegnato ad Alvaro Gradella per i suoi romanzi storico/mitologici L'Aquila e la Spada e il seguito Excalibur – La Spada di Macsen, con la seguente motivazione:
“Narrazione tra storia e fantasia, intensa di emozioni, che non cade nella superficialità del racconto, ma è frutto di attenta ricerca che coinvolge e trasporta il lettore...”
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